mercoledì 18 novembre 2009

COMICS CAFE RECENSIONE- MAGNETO TESTAMENT




















Magneto non è un “malvagio” qualsiasi.
Persegue il male, ma con un fine che può considerarsi “nobile”: salvare la razza mutante dalla persecuzione della razza umana.
Fino a che punto può considerarsi malvagio?
Una miniserie adesso racconta le lontane origini del personaggio, le uniche che non sono mai state oggetto di revisionismo da parte degli autori Marvel!
Si tratta della miniserie, Magneto Testament, sceneggiata da Greg Pak e disegnata dall'italiano Carmine Di Giandomenico.
La storia ruota attorno agli anni più drammatici vissuti dal signore del magnetismo: la persecuzione razziale di cui è stato vittima da bambino durante l'Olocausto, la brutale e inumana pulizia etnica perpetrata dai nazisti in Europa ai danni di chi professasse religione ebraica e di altre minoranze.
Greg Pak e Carmine Di Giandomenico hanno svolto un enorme lavoro di ricerca storica, per rendere nel miglior modo possibile sia gli ambienti che il vestiario che l’atmosfera pressoché unica di quello che può essere ricordato come uno dei momenti più bui del novecento.
A questo proposito il disegno è interamente concepito da Di Giandomenico in tinte di grigio per ottenere un risultato che rendesse la drammaticità della situazione vissuta dai personaggi, per poi essere definitivamente colorato in modo non coprente da Matt Hollingsworth.
Anche le tavole sono poi ingabbiate in una struttura regolare, senza sovrapposizioni di vignette, al fine di rendere chiaro il senso di  claustrofobia vissuto dai personaggi.
Magneto Testament è un libro che non può mancare sia negli scaffali degli appassionati del genere superoistico “Marvel dipendenti”, sia in quelli degli amanti del fumetto come mezzo di comunicazione narrante, come strumento sociale sui generis.

Giuseppe Palmentieri

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