lunedì 16 novembre 2009

COMICS CAFE RECENSIONE- LE [DI]VISIONI IMPERFETTE













Le [Di]visioni Imperfette (Coniglio Editore, 64 pagine a colori. € 11)


Non venite a dirmi che il Fumetto italiano è in crisi.
Saranno in crisi le vendite.
Sarà in crisi l’ editoria.
Ma non il Fumetto.
Non con nuovi (ormai il termine “giovani” non lo si può usare più, data l’ età media in cui si diventa esordienti) autori come Marco Dambrosio, in arte Makkox.
Non con opere prime raccolte in volume come Le [di]visioni Imperfette.
Nato come un Web-Comic nel 2008 e rimasto incompiuto, per la disperazione dei fedeli lettori di http://canemucca.tumblr.com/ fino alla pubblicazione dell’edizione cartacea presentata a Lucca 2009 dalla Coniglio Editore, Le [di]visioni Imperfette negli anni ’90 sarebbe stato definito come un fumetto Bastardo. Ma Bastardo dentro. Non solo per la sagace spietatezza e la cinica cattiveria del racconto in sè. Non solo per il tratto sporco e sgraziato quanto poetico ed evocativo, figlio, appunto, bastardo di una contingenza di contaminazioni che generano un tratto fumettistico nuovo, mai visto e, soprattutto, meraviglioso nel suo essere meticcio.
Non solo perché nasce ibrido tra un medium, il fumetto, storicamente cartaceo, e il video del Pc, proteso nella ricerca di far propria ogni forma di espressione.
Non solo. Le [di]visioni Imperfette è un’ opera “bastarda” di quelle che ti fanno incazzare perché, come quei grandi amori che ti disperano, prima ti sublima, ti arricchisce e poi, scompare. Per tornare inaspettatamente completamente diverso. Infatti la seconda parte del libro, quella inedita, realizzata appositamente per questa edizione non mantiene le promesse della prima. Non conclude la narrazione degli eventi. Per intenderci, pensate a Lost sospeso a metà della 5° stagione.
Siamo sempre a livelli altissimi e non si può, in sincerità, fare una distinzione critico-qualitativa del lavoro dell’ autore partenopeo tra la prima e seconda parte. In fondo, la soluzione narrativa proposta è stimolante ed intelligente.
Tuttavia resta un tradimento alle aspettative del lettore.
Non aggiungo altro perché meglio di me su questo argomento ha detto tutto Roberto Recchioni nell’ introduzione del volume. Mi limito a citarlo nel suggerire che molto c’ è da riflettere “sul talento: sull’ avercelo, saperlo gestire e farsi carico delle responsabilità che comporta”.
Il volume si colloca sicuramente tra le dieci novità editoriali più interessanti dell’ anno, e perderselo sarebbe un delitto senza possibilità di espiazione.
In fondo, anche (o, forse, soprattutto) i fumetti Bastardi meritano una libreria che gli faccia da casa in cui riposare. Vi auguro sia la vostra.



Mazzotta Andrea

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