venerdì 8 gennaio 2010

RECENSIONE - ONE PIECE PARTE 1
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RECENSIONE -
ONE PIECE PARTE 1




















Il giovanissimo Monkey D. Rufy vuole diventare il re dei pirati. Avrà un tesoro da trovare (lo "ONE PIECE" del titolo), amici e nemici bizzarri da conoscere e con cui azzuffarsi, e un oceano smisurato in cui viaggiare. Sono queste le semplici e immediate premesse del manga per adolescenti creato da Eiichiro Oda, che nel corso degli anni si è rivelato un vero e proprio fenomeno multimediale. La ricetta di Oda non si discosta molto da quella di altri suoi illustri colleghi, anch'essi ospitati all'interno della rivista Weekly Shonen Jump, la stessa di successi vecchi e nuovi come Dragon Ball e Naruto. ONE PIECE è uno shonen, pensato principalmente per riviste dedicate a un pubblico maschile e giovanissimo (dai sei ai diciotto anni). Così come vengono replicate strutture narrative di forte presa commerciale nei prodotti per adolescenti di altri paesi (pensiamo ai supereroi americani e all'infinita sequela di crossover, morti, resurrezioni a effetto) negli shonen nipponici l'evoluzione della forza dei personaggi si appoggia a trame rigidamente codificate, minisaghe dalla collaudata ricetta (esplorazione di un nuovo ambiente-scontri in sequenza con gli avversari incontrati-risoluzione finale basata sulla maturazione fisica o psichica dei protagonisti, spesso col bonus aggiuntivo di nuovi alleati o armi).

















Questo implica che ONE PIECE non sfugge al lato negativo di prodotti analoghi: la ripetitività, direttamente proporzionale alla lunghezza delle opere. Questa apparente semplicità si rivela però vincente, e capace di attirare un pubblico ben più vasto di quello di riferimento. L'autore si concentra maggiormente sul ritmo della storia, su sequenze di avvenimenti concitati, veloci e per questo intriganti e capaci di calamitare l'attenzione fino alla fine.




















Un altro elemento abbastanza tipico e ricorrente è la scarsità di sviluppi sentimentali e relazioni amorose tra i personaggi, a cui si predilige l'esaltazione di sentimenti come l'amicizia, lo spirito di squadra, e la condivisione. L'originale ambientazione piratesca-marinara di ONE PIECE, in base alle dichiarazioni dello stesso autore, parte dall'amore per un vecchio cartoon nippo-tedesco, Viki il Vichingo, a cui seguì una puntuale documentazione sulla storia della pirateria.














Come chiarito dalla prefazione al primo volume, Oda fin da subito decide di distaccarsi dalla verosimiglianza storica per seguire la sua genuina visione del pirata, una sorta di avventuriero idealista come quelli su cui fantasticava da bambino. I frutti della documentazione però si intravedono a una lettura più attenta, tramite la citazione di grandi pirati realmente esistiti nei nomi dei personaggi, oppure nomi e concetti derivati dallo studio della cartografia e della storia della navigazione. L'ambiente in cui si svolge la storia è un immaginario mondo ricoperto quasi interamente d'acqua, costellato da isolette, con un unico grande continente ad anello, la Linea Rossa, che divide il pianeta in due emisferi. A essa fa da perpendicolare una fascia di mare detta Rotta Maggiore.

















Secondo le premesse da cui parte la storia, il famoso e terribile pirata Gold D. Roger ha nascosto lungo da qualche parte, lungo questa rotta, un favoloso tesoro. Molte persone si sono imbarcate alla ricerca dello stesso, dando origine a una sorta di eroica e romanzata Era della Pirateria. Vediamo quindi come l'autore delinea fin da subito l'ambientazione adatta a fare da pretesto ad avventure sempre più variegate: le isole esplorate dai personaggi si prestano ad offrire micro-realtà piene di usi, costumi e incontri imprevedibili. Ma il fulcro di questo genere di storie, ovvero i combattimenti, viene alimentato dalla trovata di fornire ai protagonisti poteri magici bizzarri e divertenti. Oltre alle immancabili tecniche di arti marziali, lotta all'arma bianca o armi da fuoco, i cui effetti sono esagerati come da copione, l'autore si inventa i “frutti del diavolo”, un cibo magico capace di fornire i più svariati poteri a chi lo mangia, a discapito però della capacità di poter nuotare. Monkey D. Rufy stesso, il protagonista della storia, mangia per errore il frutto Gom-Gom, divenendo un vero e proprio uomo di gomma.


Marco Foti

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