sabato 13 novembre 2010

comicscafe



PERSONE, PERSONAGGI E MOSTRI SACRI DEL FUMETTO
8 - KAMANDI


















…si muove in un mondo ostile, è costretto alla fuga perenne, è l’ultimo della sua specie… è Kamandi: l’ultimo ragazzo sulla Terra.
Alla morte del nonno, dopo aver vissuto in un bunker sotterraneo tutta la vita, the last boy risale in superficie e, seppur timoroso è abbastanza determinato da affrontare l’azzardo che lo attende: un mondo “nuovo” con le sue “incognite” illuminato dalla luce del sole. Kamandi è un ragazzo caparbio, mosso da un cuore ed un coraggio senza limiti che lo porta a combattere battaglie impari, nemici formidabili, situazioni perse in partenza. È il coraggio figlio della paura. La paura oggettiva di essere l’ultimo della sua era in un mondo, o meglio quello che ne rimane, distrutto e rimodellato dalle radiazioni. Un mondo frutto di una catastrofe planetaria scatenata da un’umanità folle. Inizia così, per il biondo protagonista, un’avventura fantastica alla ricerca di un passato dimenticato in un futuro caotico e distruttivo. Un interminabile viaggio, irto di pericoli e avversità, in quello che resta di una regredita umanità, autodistruttasi al culmine della sua arroganza e ormai succube di bestie antropomorfe.

















Nato nel 1972, dal genio immenso di Jack “King” Kirby, che lo ha disegnato per 32 numeri coadiuvato dagli inchiostri di Mike Royer e D. Bruce Berry, Kamandi the last boy on Earth, è il frutto dell’ispirazione che il film “il Pianeta delle scimmie” (diretto da Franklin J. Schaffner nel 1968) ha avuto sul mitico Re dei Comics, infatti, è evidente l’omaggio alla pellicola sin dalla copertina del primo numero, dove giganteggia la statua della libertà in rovina, come nella scena finale del film.

















Il nome del personaggio fu recuperato da Kirby, da una striscia del 1956, intitolata Kamandi of the Caves (Kamandi delle caverne) e l’idea di base fu presa dalla storia The Last Enemy (l’ultimo nemico), avventura tratta da Alarming Tales n. 1 del settembre 1957, in cui Kirby racconta di un mondo futuro nell’anno 2514 governato da tigri assieme a cani e ratti evoluti, laddove gli esseri umani sono in via di estinzione. Al di là delle possibili influenze e degli spunti, resta inteso che in questa serie “The King” ha avuto la possibilità di sciogliere e far cavalcare a briglia sciolta la sua inarginabile fantasia. Il mondo creato da Kirby è governato ed è soggetto solo alle regole che l’autore vi riversa.

















È un mondo a parte, completamente nuovo, dove ciò che non è “Kirbyano” non trova spazio, con una sola, unica, eccezione, l’omaggio all’assoluto primo, vero, super eroe: Superman. Nel n. 29, infatti, Kirby fa trovare a Kamandi il costume del figlio di Krypton. Indumenti che sono conservati come una vera reliquia e come tale è riverita e adorata. Superman è scomparso da tempo ormai, ma la sua leggenda è così grande che travalica i secoli e anche gli animali evoluti, di questo nuovo mondo, aspettano il suo ritorno e ne venerano il costume rosso e blu come il più grande dei cimeli. Kamandi è una vera epopea di fantascienza.














La fantascienza che solo la visionaria e infinita fantasia di Kirby sapeva inventare. Una saga costruita attraverso un caleidoscopio di personaggi fantastici come: Canus il cane scienziato, Tuftan la tigre, figlio del Grande Cesare, i feroci pipistrelli, la cavalletta Kli-klak; e poi, scimmie, delfini, ratti, leopardi, piante mutanti munite di coscienza, entità aliene, eserciti di bulldog “prussiani”, gorilla "bonapartisti" ecc. ognuno con una propria caratterizzazione, con i propri “tic e fissazioni” presi a “specchio” o travasati dalla passata storia umana in questo nuovo ordine evolutivo. Un fantastico mondo, tanto improbabile quanto realistico nel suo contenuto ideologico. Kirby riesce, attraverso un disegno potente, dinamico (sapientemente inchiostrato da Mike Royer), a “vestire” e a tenere assieme tutta la messe di nuovi, colorati e caratteristici personaggi soprattutto grazie ad un fortissimo senso di umanità, tangibile nel tono e nel contenuto dell’intera narrazione.

















La serie pubblicata dalla DC Comics dal novembre 1972 al settembre1977 in albi mensili si è conclusa col n. 52. Dal trentatreesimo numero sino alla fine fu continuata da autori quali Gerry Conway, Martin Pasko, Dennis O’Neil, Elliot S’. Maggin, Steve Englehart, Jack C. Harris e da disegnatori come Joe Kubert, Keith Giffen, Chic Stone, Dick Ayers, Ernie Chan, Rich Buckler e Alfredo Alcala.








Recentemente il personaggio ha avuto anche una serie sul progetto Wednesday Comics scritta da Dave Gibbons e disegnata da Ryan Sook.

In Italia le storie di Kamandi sono state presentate, a partire dal 30 marzo 1977 sino al 28 agosto 1978, in albi quattordicinali (n. 1/38) dall’Editoriale Corno; nella Collana Kamandi, nuova era anno zero. L’albo di 48 pagine presentava in appendice le avventure di altri personaggi ideati da Kirby: Orion nei numeri 16/26 (da New Gods nn. 1/11), L’Uomo di sabbia nei numeri 27/37 (da Sandman nn. 1/15) e Jimmy Olsen nei numeri 1/15 tratto da Superman’s Pal Jimmy Olsen (nn. 133/148) sempre della DC Comics.
Nel 2009 la Planeta De Agostini ha presentato in un volume unico, di oltre 800 pagine in bianco e nero, l’intera saga di Kamandi disegnata da Kirby.




Raffaele De Falco

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