venerdì 7 maggio 2010

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PERSONE PERSONAGGI E MOSTRI SACRI DEL FUMETTO 6 – ISABELLA


















…è bionda dalla pelle di miele, è disinibita e senza tabù sessuali, ragiona in punta di spada… è Isabella.

La sensuale Isabella (Anna Margherita Montibon de Fissac), signora di Chateau Salins non si lascia intimorire dalla prevaricazione e brutalità maschile se non è lei che decide di cedervi per trarne piacere. La duchessa si abbandona all'amore e ad ogni tipo di pratiche sessuali, e lo fa sempre ben volentieri, ma a suo assoluto giudizio. In caso contrario, chi ha l’ardire di mettersi contro di lei o tenta di infliggerle dei soprusi si troverà a dover difendersi dalle violente reazioni che è capace d’intraprendere. Isabella è una donna attiva, intelligente e sopratutto emancipata, con un debole per servette ed aiutanti, non disdegnando affatto d’intrattenersi, tra un'avventura erotica e l'altra, con cunnilingus e baci saffici con le cameriere che si è divertita a maltrattare e magari a frustare. Ovviamente, lo fa a fin di bene! Per scuotere le incaute sempliciotte e aprirle al cinico mondo che le circonda. Fra un amplesso, un duello e un incontro ravvicinato, la procace duchessa si batte per una giusta causa, la liberazione della Lorena, e non si fa scrupoli nel torturare o uccidere i propri nemici. Il suo principale antagonista è il barone Enrich von Nütter, un crudele feudatario tedesco che indossa una maschera di cuoio per celare il volto deturpato.

















Il primo fumetto erotico-avventuroso pubblicato in Italia esce come quattordicinale nell’aprile 1966 edito dalle Edizioni 66 ribattezzata in seguito Erregi e poi Ediperiodici, (tradizionale rivale della Edifumetto, l’altra "major" storica del pornofumetto) e dura un decennio chiudendo nel 1976. Artefici ne sono ai testi Giorgio Cavedon, da un’idea di Renzo Barbieri e Sandro Angiolini ai disegni che, con un tratto “impertinente e scollacciato”, ne disegnerà 119 numeri. L’albo apre la strada ad un filone fumettistico, il cosiddetto "fumetto per adulti", che ha riempito le edicole nel ventennio successivo evolvendo poi in diverse direzioni. Le sceneggiature coniugano alla perfezione le immagini e le tematiche sado-masochiste con l'erotismo meno "spinto", senza eccedere.


















La duchessa dei diavoli, la protagonista, dal volto influenzato dai tratti di Brigitte Bardot, è liberamente ispirata ad Angelica, marchesa degli angeli; l’eroina della serie di romanzi scritti da Anne e Serge Golon, e ai cinque film da essi tratti, diretti da Bernard Borderie e interpretati da Michèle Mercier. L’ambientazione è dunque quella del secolo XVII ai tempi di Re Luigi XIII infarcita da personaggi di fantasia e altri realmente esistiti: Concino Concini, Richelieu, Maria de' Medici, Filippo II. Le storie inizialmente politiche e realisticamente sviluppate ben presto finiscono per seguire solo la fantasia legata alla moda del tempo.
Isabella, allevata da una famiglia di zingari, scopre di essere una nobildonna, per la precisione duchessa di Chateau Salins, e di essere l'unica erede della nobile famiglia De Frissac, distrutta dal barone Von Nutter con lo scopo di impadronirsi di tutti i suoi beni. Prende quindi un'importante decisione: vendicare la sua famiglia e riprendersi tutti i suoi averi. Consacra così la sua vita alla vendetta, ma anche al piacere, e qui scatta l'assoluta novità dell'introduzione a piene mani, fra le tavole "avventurose", d’immagini di nudi femminili e maschili ai limiti del pornografico. Con uno stratagemma entra nel castello del barone, lo seduce senza sforzo e, nel corso di un amplesso, lo accoltella sfigurandolo. Il barone, costretto ad indossare una maschera di cuoio per coprire il volto deturpato, da quel giorno farà di tutto per catturare la nostra eroina.
Tra le tante avventure che vedono Isabella in fuga ci sono diverse costanti: Isabella è regolarmente raggiunta dalle grinfie del barone da cui sguscia via ogni volta; si rifugia o chiede asilo in conventi che sembrano prigioni (e i conventi non sono mai come ce li dovremmo immaginare, ovvero luoghi di preghiera, pace e meditazione). Le monache, le novizie e le penitenti, poi, sono davvero scatenate: nelle celle si mangia, si beve e soprattutto ci si abbandona a stuzzicanti e rinfrancanti raffinatezze saffiche che fanno dimenticare, almeno per un po', angustie e privazioni.

















Isabella è la vera capostipite dei tascabili porno, il primo fumetto a mostrare in copertina la scritta "solo per adulti", (che bollava, quasi come un marchio d’infamia, tutti i prodotti destinati ai maggiori di 21 anni, che rappresentava il limite della maggiore età in quei tempi) è ambientato nella Francia di "cappa e spada" del 1600 ma, oltre ai balli di corte, alle scene di caccia, agli amori proibiti, ai duelli e agli agguati, gli autori sconfinano nel genere sado-masochistico con scene di torture, stupri, passando per ogni altra pratica sessuale senza star troppo a sottilizzare sul sesso dei partners e Isabella non perde occasione per mettere in mostra il suo corpo da dea, spesso violentato con tecniche esecrabili e le trame delle storie sono intessute di pretesti per far perdere alla fanciulla i pochi vestiti indossati. La duchessa, mai sazia, passa dalle braccia di rozzi amanti alle dolcissime carezze di sensuali e torbide ragazzine, conturbanti e insaziabili. Una rivoluzione nel fumetto che diventerà una strada, un folgorante esempio, per molte altre “piccanti” testate future.

















In realtà, rileggendo Isabella potremmo focalizzare alcune riflessioni su tale erotismo: infatti, se c'è un momento erotico genuino questo è di natura saffica, l'erotismo in questo fumetto è completamente dissociato dal rapporto col maschio. Il maschio, (nelle vesti del barone), è visto come un mostro (il volto deturpato) che mette in pratica un erotismo punitivo quanto...ripetitivo! Ad un’analisi più attenta e oggettiva l'eroina sexy è il contrario di quello che vuole apparire!
La frenetica ricerca della pseudo-libertà sessuale di Isabella non contribuisce affatto alla emancipazione sessuale della donna, poichè, il modello femminile, cui si ispirano gli autori del fumetto della duchessa di Frissac, è clamorosamente fallace. Isabella è un archetipo di donna totalmente privo di maturità, che è formata e si ispira smaccatamente agli atteggiamenti ed ai bisogni che sono propri della sfera sessuale maschile. È un modello di donna falso e distorto che non corrisponde ad alcuna realtà oggettiva. Il fumetto Isabella rappresenta palesemente l'uomo dell'epoca, con tutto il corredo di frustrazioni e complessi, con i desideri più sordidi e le fantasie represse. È, tutto sommato, il tentativo di dare una veste di modernità ad un personaggio femminile delle nuvole parlanti rimanendo ben ancorati a bollosi stereotipi e stantii luoghi comuni sul sesso e la perversione propri del genere maschile.


















Sta di fatto, comunque, che la presa su un certo pubblico fu totale, in aggiunta ai fascicoli mensili, sono stati prodotti un saggio, dal sottotitolo "La più spregiudicata analisi della più spregiudicata eroina dei fumetti", e i volumi delle sue "memorie", raccolte di lettere dei lettori dal titolo “Cara Isabella”. Le lettere raccolte sono state realmente indirizzate alla duchessina da centinaia di lettori e lettrici che le confidano per iscritto ogni sfaccettatura della loro sfera sessuale. Tali lettere ci mostrano tutta una umanità che si identifica senza riserve col personaggio, sa di scrivere ad un fantasma narrativo ma allo stesso tempo ne chiede la fotografia con dedica.











A seguito di questo successo, la veste di fumetto avventuroso “mordace” ha indotto il regista Bruno Corbucci nel 1969 a trarne una trasposizione cinematografica: Isabella duchessa dei diavoli, dove il ruolo di Isabella è appannaggio di Brigette Skay ed il ruolo del barone a Mimmo Palmara (che si era fatto le ossa con i peplum).Da segnalare persino la presenza di un grande caratterista, Sal Borghese. Ovviamente il film fu ben accetto dal pubblico, specie quello maschile, mentre la censura lo bollò: è pornografia!



















La trama del film ricalca il fumetto, (non a caso tra gli sceneggiatori compare il nome dello stesso Cavedon), Isabella è costretta a scappare per tutta la vita, inseguita dal malefico barone che, dietro la maschera di cuoio, si affanna e si danna per così dire “farle la festa”.
Un film che ebbe varie vicissitudini con la censura, visto che Isabella, come nei fumetti, viene stuprata mentre passa tra avventure erotiche di ogni genere.

Scheda film:
Isabella,duchessa dei diavoli un film di Bruno Corbucci. Con Fred Williams, Mimmo Palmara, Sal Borgese, Brigitte Skay. Elina De Witt, Loris Gizzi, Tino Scotti, Alberto Sorrentino, Furio Meniconi, Giacomo Furia, Renato Baldini, Lucia Modugno, Enzo Andronico, Mario Novelli, Gioia Desideri, Luca Sportelli, Thomas Astan, Aldo Ralli. Avventura, durata 93 min. – Italia 1969.



Raffaele De Falco

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